"Amici Degli Scolopi"

corsi monturbano villa

DALOA, UNA SCOMMESSA VINTA (1990)


QUADRI DEI PRINCIPI DELL'ACCADEMIA

(Ottobre 2002)


VISITA di S.E. LUIGI EINAUDI a Monturbano (1952)


Il Quadro rappresenta la scena dell' arrivo di San Giuseppe Calasanzio a Savona

1 arrivo

RIMEMBRANZE
Bruno Santaniello


RICORDI DI UN TRIENNIO DI Liceo a Monturbano (1955-1958)

Francesco Bondavalli


IL MIO RICORDO A MONTURBANO
Sergio Pennone


Fin dal tempo del Fondatore Giuseppe Calasanzio,le Scuole Pie in Italia erano organizzate in Province:Romana, Ligure, Napoletana e Toscana. Le Scuole Pie si diffusero rapidamente nelle diverse regioni...... erano altri tempi e altre situazioni storiche....

teatro arte


ATTIVITA' SCUOLE PIE NELLA SABAZIA

Ricordi&Archivio

"Padre Cazzulo e l' "èssetai èmar"

"Chi non si ricorda di P. Cazzulo, insegnante di Latino e Greco, assistente spirituale dei boy scout, grande figura di Scolopio savonese? Padre dotato di grande cultura classica e di umorismo, sempre pronto alla battuta con quelsuo sorriso disarmante e con i suoi incipit volutamente sgrammaticati ("Cosa dite ragazzi, cominciassimo?"). Restò famoso in terza liceo, nei momenti di irrequietezza della scolaresca, il suo minaccioso "èssetai èmar" (verrà il giorno…) alludendo agli imminenti e temuti esami di maturità in cui sarebbero finite le risate e gli schiamazzi!  Anche a lui, a carnevale, facemmo trovare un regalo: uno scimpanzé di peluche per alludere alle profonde rughe del suo viso. Il Padre non si scompose econ fare sornione ci chiese: "Perché mai questo strano regalo ad un vecchio come me?".Presi in contropiede non sapemmo cosa rispondergli e tutto finì in un sorriso…
Caro Padre Cazzulo quanto ti abbiamo ancora nel cuore! "

Che la nostra classe fosse un tantino troppo "vivace" lo dimostra poi questo successivo episodio....

"Padre Carisio (Andalù) ed i vogatori/bobbisti"

"Molti rammentano sicuramente il P. Carisio, all'epoca un giovane sacerdote con i capellineri ricciuti e di carnagione un po' scura. Per questo fu subito soprannominatoAndalù, che era il collaboratore nero di A. Lombardi nellatrasmissione televisiva "L'amico degli animali". Durante le sue lezioni di Religione,ogni tanto si alzavano dal fondo dell'aula anonime grida: "Andalù, porta via l'orso!"prendendo a riferimento quanto succedeva in TV. Ma questo è niente.Una mattina tutti noi tirammo fuori dalla cartella una carota e, sotto gli occhi sbalorditidel povero Padre, ci mettemmo a sgranocchiarla rumorosamente. Il P. Carisio ci fece una sonora ramanzina e per quella volta tutto fini lì. Alcune settimane dopo peròsuccesse il fattaccio. Ci accordammo tra noi in modo che una intera fila di banchi mimasse la voga di una canoa con relativi incitamenti vocali mentre l'altra fila imitava i movimenti dei conduttori di bob su ghiaccio inclinando i corpi alternativamente a destra e sinistra. Così la classe all'unisono si esibì in una esilarante (per noi) performance che mandò letteralmente fuori dai gangheri l'insegnante che corse fuori dall'aula rosso in viso sbattendo la porta. Pochi istanti dopo, mentre noi ancorastavamo sghignazzando, comparve il Preside, P. Lazzaroni con il volto adirato: con il pomo di Adamo che si muoveva minacciosamente in alto e in basso ci fece una terribilelavata di capo per aver così maltrattato un giovane Padre. E continuò da allora in personale lezioni di Religione fino alla fine dell'anno scolastico.Anni dopo P. Carisio diventerà Padre provinciale della Provincia Ligure dei Padri Scolopi ed autore di una apprezzata biografia del Padre Pietro Casani.

 

 "LETTERA con la quale P. Giuseppe Lazzaroni rispedì a Sergio Pennone con alcune osservazioni a commento dei "Ricordi..." di S. Pennone "

LEGGI LETTERA...

 

lettera Lazzaroni


"Il Prof. Carlo Avalle" di F. Bondavalli

“Bondavalli, ti sei dimenticato di me!”

Questo amaro rimprovero mi fu rivolto dal prof. Carlo Avalle nel giorno della proclamazione del Principe dell’Accademia dell’anno 1958. Era tradizione dell’Istituto Monturbano dei Padri Scolopi che lo studente proclamato Principe tenesse un breve discorso ed io, alla fine, passai in rassegna i Docenti del Liceo nominandoli e ringraziandoli per il loro insegnamento e per averci seguiti nel nostro cammino di formazione. Ma ricordai solo i nostri professori di Liceo e non quelli del Ginnasio di cui faceva parte il Prof. Avalle.

Chi era il Prof. Carlo Avalle? Non tutti forse lo ricorderanno: egli ci aveva accolto in quarta ginnasio come docente di Lettere e ci aveva portato alla soglia del Liceo.

Egli era un uomo fisicamente piccolo di statura ma grande di cultura e di umanità, rigoroso verso se stesso ed i suoi alunni. Si presentava alle lezioni sempre in giacca e cravatta con una eleganza da gentiluomo piemontese con una faccia sempre seria su cui facevano bella mostra due sottili baffetti e con una vena malinconica che probabilmente derivava anche dalla sua salute piuttosto cagionevole. Era giunto presso i Padri sotto la protezione del Padre Cazzulo che ne era estimatore e amico. Cuneese di nascita, scriveva poesie dialettali piemontesi che ogni tanto ci leggeva durante le sue ore di Italiano e che noi ascoltavamo con sorpresa ammirazione.

Sotto la sua guida abbiamo imparato i primi rudimenti di latino e greco e l’approccio ai classici che approfondimmo poi al liceo. Da noi pretendeva lealtà e sincerità quali doti che avrebbero dovuto caratterizzare la nostra vita da grandi. A questo riguardo ricordo ancora una sua viva intemerata verso un nostro compagno che in un compito in classe aveva fatto un “copia/incolla” da un paragrafo di un testo di storia inserendolo nel suo elaborato. Proprio ricordando questo fatto provai una grande paura quando qualcosa del genere accadde a me in occasione di un tema assegnato come compito a casa. Il titolo era “La tua scrivania racconta” ed io non sapevo cosa raccontare…Così presi un libro che avevo comprato: “Mille temi svolti” e ne copiai una pagina adattandola al mio tema. Quando il Prof. Avalle fece leggere in classe ad un compagno scelto a caso il suo elaborato sentii con orrore che anch’egli aveva riportato lo stesso brano del mio libro. Passai alcuni attimi di paura temendo di essere chiamato anch’io alla lettura del mio scritto pensando alla figuraccia ed alla reprimenda che avrei subito, come successo al mio compagno qualche settimana prima nel compito di storia. Ma andò bene perché il prof. passò oltre e fui salvo!

Qualche anno dopo l’uscita dal Liceo venni a sapere che il Prof. Avalle era morto giovanissimo alla soglia dei quarant’anni lasciando un gran vuoto nell’Istituto Monturbano. So che Padre Cazzulo  in seguito aveva rimproverato la madre accusandola di egoismo avendolo ostacolato nella sua vita sentimentale per tenerlo vicino a sé.

Fu poeta sensibile e malinconico che per vari aspetti mi ha sempre ricordato il Leopardi nella sua esistenza infelice. Voglio ricordarlo adesso, dopo oltre sessanta anni da quando ci siamo lasciati,  sempre portandomi nel cuore il rammarico di non averlo fatto in quella occasione.

Spero che mi abbia perdonato e accetti queste mie affettuose seppur tardive scuse.


 INNO a S. Giuseppe Calasanzio

Inno

Preghiera dell'ex-allievo di Padre Luigi Cazzullo

 

Preghiera


APPROFONDISCI.. Ricordi di alcuni Ex-Allievi

 

 

Articolo tratto da rivista “Ricerche” n°73 del 2002


Ricordo di Virginio Giacosa scritto da Silvio Riolfo Marenco nel Dicembre 2000

 


Pala del Brusco ritraente San Giuseppe Calasanzio restaurata dall’Associazione R. Aiolfi di Savona posta in una sala del comune di Carcare

 

La pala d’altare di Paolo Gerolamo Brusco per i Padri Scolopi di Carcare.

di Silvia Bottaro, presidente Associazione “R.Aiolfi”, no profit Savona

Paolo Gerolamo Brusco (Savona, 1742- ivi, 1820) per molti aspetti è un artista ancora tutto da studiare e scoprire. Certamente molto curioso e studioso della vita delle figure religiose che doveva ritrarre per varie committenze; sue opere si ritrovano in tutta la Liguria, con maggior incidenza nel Savonese e nel suo contado.  Poco è ancora noto del suo allunato a Roma ma come ha scritto il Prof. Franco Sborgi il suo periodo romano “fu un’esperienza feconda e liberatoria, non sugli esempi come è stato detto, di Batoni e del Mengs (…), ma sulle realizzazioni e nel seguito del Conca e del Trevisani che avevan da poco lasciato Roma” (F. Sborgi, L’illuminismo e l’età neoclassica, in “La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al Primo Novecento” Genova, 1987, pp.363-365). 

Tra i molti temi trattati sempre con pennellata felice ed originale (la ritrattistica dal vero dedicata a Papa Pio VII, il tema dell’Apparizione mariana al Beato Antonio Botta, ecc.) spicca la grande pala d’altare che ritrae La Madonna col Bambino San Giuseppe Calasanzio ed i fanciulli (olio su tela, cm. 177x121, prop. del Comune di Carcare) che l’Associazione “Aiolfi” ha deciso di restaurare fornendo le risorse necessarie al Laboratorio di Claudia Maritano, individuata dalla competente Soprintendenza di Genova, che ne ha eseguito il lavoro di risanamento relativo. Tale opera è stata consegnata al Sindaco di Carcare - C.De Vecchi - il 23 novembre 2020 e farà  parte delle iniziative che codesto Comune metterà in campo nel 2021 per il 400° anniversario della Fondazione delle Scuole Pie calasanziane di Carcare, avvenuto nel 1621 per volere diretto di San Giuseppe Calasanzio.

Della Pala in questione già ne hanno parlato lo storico Federico Alizeri e Tito da Ottone nella sua biografia dedicata al Brusco. E’ importante notare che è stata l’amicizia tra il Pittore savonese e  Padre Giuseppe Carosio (Genova, 1771 – Carcare, 1836) a portare  Brusco in Carcare dove la realizzava probabilmente intorno al 1798 data in cui il Carosio  arrivò a Carcare giungendo dalla Casa dell’Ordine di Finale dove insegnò filosofia dal 1793 al 1796. L’opera del “Bruschetto”, così era chiamato il pittore savonese, ci presenta il Santo nel suo abito talare mentre con la mano destra indica la Vergine  col Bambino, sorretta dagli angeli ed intorno ha i suoi fanciulli che leggono una delle sue massime: VENITE FILII AUDITE ME TIMORE DOMINI DOCEBO VOS.

Quest’opera provenire dalla Collezione di Anton Giulio Barrili ed ora arricchisce il patrimonio artistico del Comune di Carcare e l’iconografia dedicata a San Giuseppe Calasanzio nel Mondo.